2024-06-28

Il passaporto digitale dei prodotti (DPP)

A&A – Albè e Associati Studio Legale

Avv. Federica Bottini

 

Il 27 maggio 2024 si è concluso l’iter di approvazione del Regolamento ESPR “che stabilisce il quadro per l’elaborazione delle specifiche di progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili e abroga la direttiva 2009/125/CE”, di cui si attende la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Anche conosciuto come Regolamento Ecodesign, persegue l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale negativo dei prodotti durante il loro ciclo di vita e migliorare così il funzionamento del mercato interno, estendendo i requisiti di sostenibilità ambientale alla maggior parte dei beni immessi sul mercato comunitario, affinché siano più durevoli, riutilizzabili, riparabili e riciclabili. Inoltre, tutti i prodotti interessati dovranno essere corredati da un passaporto digitale, che tecnicamente è definito come “l’insieme di dati specifici sul prodotto accessibile elettronicamente per mezzo di un vettore di  dati”, incrementando la trasparenza sull’impatto ambientale in tutto il ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime sino al fine vita.

Tale strumento, utilizzato accanto ad altre forme non digitali di trasmissione delle informazioni, come quelle comunemente veicolate tramite l’etichetta, favorirebbe la tracciabilità dei prodotti, a vantaggio di tutti i soggetti che a diverso livello operano nel mercato: i consumatori saranno guidati verso scelte di acquisto più consapevoli, le autorità potranno condurre in modo più agevole le verifiche di conformità di propria
competenza e tutti gli attori della supply chain, compresi riparatori e riciclatori, potranno accedere ad informazioni utili relative al prodotto, attraverso un continuo interscambio di dati.

I contenuti del DPP
Il Regolamento ha delegato alla Commissione l’adozione di atti integrativi, per prodotti specifici o per gruppi di prodotti, che stabiliranno anche quali requisiti dovranno avere i rispettivi passaporti digitali. Si stima che verranno adottati 18 atti delegati tra il 2024 e il 2027 ed ulteriori 12 atti attuativi tra il 2028 e il 2030, con l’obiettivo di dotare di passaporto digitale tutti i prodotti immessi sul mercato comunitario entro il 2030.
L’atto delegato dovrà indicare, in particolare, le informazioni che potranno o dovranno essere incluse nel DPP, tra quelle elencate nell’allegato III del Regolamento, tra cui:
➢ informazioni sulle modalità di uso, manutenzione e riparazione del prodotto, nonché sulla raccolta a fini di ricondizionamento o di rifabbricazione e sulle modalità di restituzione o di trattamento a fine vita;
➢ informazioni sulle prestazioni del prodotto, compreso un punteggio relativo alla riparabilità, un punteggio relativo alla durabilità, un’impronta di carbonio o un’impronta ambientale;
➢ identificativo univoco del prodotto, intesa come la stringa univoca di caratteri che identifica il prodotto;
➢ codice GTIN (Global Trade Identification Number), di cui alla norma dell’Organizzazione internazionale per la standardizzazione/Commissione elettrotecnica internazionale ISO/IEC 15459-6 o equivalente, nonché altri codici pertinenti (ad es. TARIC);
➢ informazioni e documentazione di conformità, quali la dichiarazione di conformità e relativi certificati, la documentazione tecnica e test report;
➢ manuali, istruzioni, avvertenze o informazioni sulla sicurezza;
➢ identificativi univoci dei siti, intesi come i luoghi o gli edifici interessati dalla catena di valore;
➢ informazioni relative al fabbricante, all’importatore (compreso il numero EORI) e ad altri operatori, in modo da individuarli in modo univoco.

I prodotti tessili
Il Regolamento fa parte di un pacchetto di iniziative presentate dalla Commissione in materia di prodotti sostenibili, che comprende iniziative settoriali mirate sui prodotti tessili. Il fashion & textile – in particolare per indumenti e calzature – è considerato prioritario per l’impatto che ha sul clima, sul consumo di acqua e di energia e sull’ambiente. Le vendite online hanno inoltre aggravato il fenomeno della distruzione dei prodotti di consumo invenduti, per cui si è avvertita l’esigenza di adottare una strategia preventiva, limitando la produzione di rifiuti e disincentivando la sovrapproduzione. Questo aspetto è connesso principalmente al fenomeno della cd. fast fashion, che si basa su un utilizzo crescente di fibre sintetiche a base di combustibili fossili per rispondere in modo adeguato alla forte domanda proveniente dal mercato. In questo contesto, i prodotti tessili dovrebbero rispondere a requisiti di progettazione ecocompatibile, come indicato nella Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari adottata dalla Commissione il 30 marzo 2022: se prolungare la vita dei prodotti tessili è considerato il modo più efficace per ridurne l’impatto sul clima e sull’ambiente, occorre intervenire già in fase di progettazione. Una maggiore durabilità consentirà infatti ai consumatori di utilizzare i capi di abbigliamento più a lungo e il DPP svolgerà un ruolo fondamentale per istituire un modello commerciale circolare, perché fornirà informazioni sulle caratteristiche di sostenibilità ambientale dei prodotti tessili, ma non solo.
Attraverso il passaporto digitale di un capo di abbigliamento si potrà verificare quali componenti fibrose e materiali compongono il prodotto, se questi sono riciclati, l’origine e gli stabilimenti di produzione, l’impatto ambientale del prodotto ed ulteriori informazioni essenziali affinché si adottino accorgimenti in grado di estendere la vita del prodotto.
Il consumatore, prima di acquistare il prodotto, sia negli store fisici e negli shop online, potrà infatti accedere a:
➢ informazioni sulla cura e manutenzione del prodotto, analogamente ad un care label, oppure con indicazioni sulla conservazione, fornendo anche suggerimenti di utilizzo;
➢ informazioni sulla riparabilità del prodotto, ad esempio grazie alla presenza di componenti intercambiabili o sostituibili una volta danneggiati;
➢ informazioni sulle modalità di riparazione del prodotto, che può essere a cura del cliente o mediante il ricorso a servizi di terzi indicati dagli appositi customer service;
➢ indicazioni sulla riciclabilità e sulle modalità di smaltimento del prodotto a fine vita, eventualmente indicando, se esistenti, canali specifici di raccolta o rivendita, ma anche soluzioni alternative quali il reselling o un utilizzo del prodotto diverso da quello per cui è stato concepito, o, ancora, l’upcycling.
Fino all’adozione del pertinente atto delegato, le aziende possono adottare il passaporto digitale per i propri
prodotti su base volontaria ponendo le basi per costruire una moda circolare.

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