LE STORIE #11
PROGRAMMA COMUNICAZIONE – LE STORIE #11
Intervista a Mikel Amilburu, co-fondatore di Realisti.co, startup del settore immobiliare.
D: Ciao Mikel, innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito. Parlaci un po’ di te.
R: Ciao, sono nato ad Avilés ma sono cresciuto nei Paesi Baschi fino a quando ho deciso di venire a studiare a Torino a fine 2006. A Torino ho intrapreso un percorso di laurea specialistica al Politecnico di Torino che è durato fino al 2009 durante il quale ho iniziato a lavorare e collaborare con alcune aziende nella città. Alla conclusione della mia laurea ho deciso di rimanere in Italia per provare a sviluppare il mio percorso lavorativo in parte perché in quel periodo la situazione in Spagna attraversava serie difficoltà dovute alla crisi economica e in parte perché mi sentivo motivato a trovare fortuna a Torino.
D: Da dove è nata l’idea di fondare Realisti.co, startup del settore immobiliare?
R: Realisti.co, immagino che come tante altre startup o imprese, nasce da una situazione di frustrazione personale che coincide con una serie di progetti professionali sviluppati parallelamente. Era un periodo in cui sia io sia il mio socio Edoardo ci siamo trovati a dover affrontare, o avevamo affrontato da poco, la ricerca di una casa attraverso i portali immobiliari. Credo che non sia necessario spiegare la quantità di tempo sprecato tra ricerche infruttuose, appuntamenti mancati, tempo perso attraversando la città per finire a vedere immobili che centravano poco o niente con le aspettative generate dall’annuncio. Come dicevo, contemporaneamente avevamo acquisito un expertise con la tecnologia 360° a livello lavorativo che ci ha fatto collegare i cavi e pensare alla serie di soluzioni che oggi compongono Realisti.co.
D: Realisti.co è una startup nata in Italia ma con l’obiettivo di espandersi anche nel mercato spagnolo. Quali difficoltà stai riscontrando in questa fase di internazionalizzazione?
R: Realisti.co in origine ha puntato soltanto al mercato italiano, dire il contrario sarebbe non essere completamente onesti. Tuttavia, non è passato troppo tempo da quando abbiamo iniziato a capire che c’erano delle buone possibilità di poter esportare il modello nel mercato spagnolo. Da una parte è stato un po’ più semplice grazie al fatto che abbiamo iniziato a lavorare insieme ad una persona di cittadinanza spagnola come me che abbiamo conosciuto quando stavamo lanciando il prodotto sul mercato italiano. Questa persona stava per tornare a Madrid dopo la sua esperienza all’estero si è dimostrata entusiasta di unirsi a noi in questa avventura di lanciare il prodotto internazionalmente.
Le difficoltà prima di tutto stanno nel trovare le persone che possano farsi carico di portare avanti un progetto come quello di internazionalizzare un prodotto nel paese sul quale si vuole puntare. Penso sia l’aspetto più difficile perché tutti gli altri problemi si risolvono man mano si trovano le misure giuste da prendere.È importante nel nostro caso avere un sistema logistico efficiente ed un servizio di vendita e post vendita all’altezza del servizio che offriamo ma, come dicevo prima, tutto questo arriva dopo che si è formata una squadra che sia in grado di affrontare le tante difficoltà che bisogna risolvere tutti i giorni in un’azienda.
D: Quali sono le tipologie di finanziamento su cui hai potuto contare nella fase di apertura della startup?
R: Tornando alle difficoltà di cui si parlava nella domanda precedente quando si parlava di internazionalizzazione devo dire che probabilmente è su questo un’aspetto dove abbiamo trovato più difficoltà in alcuni momenti della storia di Realisti.co. Tuttavia abbiamo trovato persone che hanno creduto nel nostro progetto e ci hanno supportato con apporti di capitale di diverso peso e colgo quest’occasione per ringraziarli per il loro appoggio.
Per poter fare fronte ad una serie di investimenti durante la fase di avvio del progetto abbiamo anche appellato ad un credito di impresa tramite il Mediocredito Italiano che ci è stato felicemente concesso.
D: Quali sono gli obiettivi ed i principali benefici di Realisti.co per il settore immobiliare?
R: Come accennavo prima all’inizio dell’intervista cerchiamo di rendere più semplice la ricerca di un’abitazione ad una persona. Questo è senz’altro il nostro primo obiettivo, paradossalmente per ottenerlo ci siamo focalizzati soprattutto sui professionisti che lavorano all’interno del mercato immobiliare. I benefici del nostro servizio possono essere misurati dunque in due aspetti ben diversi che abbiamo cercato di combinare al meglio possibile. Da una parte, creando uno strumento che permettesse all’agente immobiliare di creare visite virtuali dei propri immobili in autonomia facile e velocemente. Dall’altro mettendo nelle mani dell’agente uno strumento che gli permettesse di mostrare i suoi immobili in un modo molto più trasparente, completo e ad alta qualità ai suoi clienti.
D: Vuoi parlarci di un momento importante, di cui hai un bel ricordo, del tuo percorso di imprenditore?
Ricordo bene il momento in cui i nostri clienti hanno caricato le prime 1000 visite virtuali dei loro immobili a portfolio. Ci siamo guardati indietro e abbiamo realizzato quanto fosse straordinario avere creato un nuovo processo che si è introdotto così bene all’interno del lavoro degli agenti immobiliari. Come spiegavo prima un aspetto speciale e che ci da tante soddisfazioni è il fatto che siano gli stessi agenti immobiliari a generarsi il contenuto che poi usufruiscono.
R: Cosa suggeriresti ai ragazzi che, come te, vorrebbero fondare una startup? Quali sono i passaggi fondamentali da seguire per dare vita ad un progetto come il vostro?
Non è facile rispondere a questa domanda. La prima cosa che suggerirei ai ragazzi e ragazze che vogliono intraprendere un percorso di fondazione di una startup, è che non si fermino all’idea. La mia esperienza, anche se umile, mi dice che dedicare il proprio impegno allo sviluppo di un qualcosa che assomigli a quella che sarebbe la funzionalità più di base del prodotto/servizio dice molto delle persone che lo portano avanti. A volte si pensa che l’idea sia la parte più importante del percorso imprenditoriale e si pensa erroneamente di aver concluso il lavoro. Secondo il mio parere anche se è l’idea è fondamentale credo che l’esecuzione di essa sia ancora più importante e dimostri anche la dedizione e capacità della squadra nel portare avanti un progetto.
D: Per concludere quali consigli daresti più in generale ad uno spagnolo che è appena arrivato in Italia e che vuole intraprendere una carriera in questo paese?
R: Consiglio a tutti coloro che vogliano venire in Italia a intraprendere una carriera o a studiare di mischiarsi il più possibile con gli italiani. E’ il modo migliore di assorbire tutta la cultura e di godersi al massimo questo straordinario paese.
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