LE STORIE #6
Rocío Muñoz Morales è un’attrice, conduttrice televisiva e modella spagnola.
Ci ha raccontato la sua esperienza in Italia tra carriera e successi.
ITALIA E SPAGNA
D: Ciao Rocío, grazie davvero per avere accettato di rispondere alle nostre domande. A quanti anni sei arrivata in Italia?
R: Grazie a voi. È un piacere per me far parte del progetto. Sono arrivata in Italia ormai 4 anni e mezzo fa, all’età di 24 anni.
D: Parlavi già l’italiano prima di arrivare qui?
R: No, non lo parlavo… e neanche lo capivo! Appena arrivata ho fatto quindi una full immersion nella lingua che mi è stata davvero utile: il mio obiettivo era fondamentalmente quello di ricavarmi il mio spazio professionale ed era indispensabile che riuscissi ad esprimermi perfettamente. Mi sono trasferita in Italia per girare “Immaturi – Il viaggio”, ossia il sequel di Immaturi, un film che aveva avuto davvero grandissimo successo. Mi era stato affidato un piccolo ruolo ma che mi ha permesso di avvicinarmi moltissimo al pubblico italiano.
D: Cosa ti piace di più della tua vita in Italia?
R: Beh, considera che il mio arrivo in Italia (a 24 anni, ndr) è coinciso con un periodo della mia vita nel quale avevo le idee molto più chiare: cominciavo davvero a capire chi fossi e che cosa volessi dalla vita. In Italia è arrivata la Rocío più completa, dal punto di vista professionale ma anche da quello umano. Italia per me ha significato ritrovare la vera Rocío, quella che avrei sempre voluto essere: sono riuscita a ritagliami davvero il mio spazio personale.
D: C’è qualcosa che invece ti piace meno?
R: Come ti dicevo, sono arrivata in Italia quando mi hanno proposto di girare una parte in Immaturi – Il viaggio: questo mi ha portato una grandissima ondata di popolarità improvvisa e non ero di certo abituata a tutta questa attenzione mediatica. Sia chiaro, non mi è dispiaciuto affatto ottenere tutto questo successo, anzi.. è uno dei motivi per i quali sono tanto grata all’Italia.
D: E invece, cosa ti manca di più del tuo paese d’origine da quando vivi in Italia?
R: La mia famiglia più di ogni cosa, siamo davvero molto legati. Mi manca anche il solo fatto di poter chiamare mia sorella e di proporle di andare a berci insieme un caffè nel giro di 5 minuti. Certo, tra skype e whatsapp le distanze si sono accorciate ma non è proprio la stessa cosa.
Pensandoci bene, forse mi mancano anche gli orari della Spagna, come ad esempio poter andare al ristorante a Madrid alle 23: all’inizio è stato molto difficile abituarsi a ritmi di vita così diversi!
D: Una caratteristica tipicamente italiana che apprezzi particolarmente?
R: Direi sicuramente la galanteria. In Italia vi è ancora una sorta di “culto della donna”. Per il resto, italiani e spagnoli, si assomigliano in moltissimi aspetti: hanno la stessa visione della vita. Sono entrambi estremamente sinceri e passionali; questa caratteristica ci fa a volte commettere errori ma che ci fa provare dei sentimenti puri.
CINEMA
D: Ormai da qualche anno sei un’affermata attrice di cinema e televisione in Italia. Sei sempre stata appassionata del cinema italiano? Quali sono i tuoi punti di riferimento?
R: Prima di girare Immaturi – Il Viaggio, lavoravo già da quattro anni come attrice in Spagna e sono sempre stata una grande appassionata di cinema, sicuramente influenzata da mio padre, altrettanto appassionato. Certo, conoscevo bene i grandi del cinema italiano: la Loren, Mastroianni solo per citarne un paio.
D: Quali sono secondo tre i punti in comune e le differenze tra il mondo cinematografico italiano e spagnolo?
R: Partiamo dal presupposto che il cinema è un linguaggio internazionale e che non ha confini. La Spagna però, forse, si è dimostrata più coraggiosa e più all’avanguardia rispetto all’Italia: ha infatti portato molto prima sul megaschermo film alternativi, di denuncia, aprendo le porte a molti giovani registi.
Dal mio arrivo in Italia fino a oggi ho notato però un grande cambiamento anche nel cinema italiano. Se pensiamo a film come “La Grande Bellezza” di Sorrentino, “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Mainetti o “Ammore e malavita” dei Manetti Bros si nota proprio una ventata di novità e freschezza.
D: Essere straniera nel mondo del cinema italiano, è stato per te un pro o un contro?
R: Più che un pro o un contro direi che mi ha permesso di differenziarmi. Della mia generazione, ci sono attrici veramente brave e talentuose. Forse inizialmente ho “lottato” con un po’ di stereotipi legati al mio essere spagnola, ma con il tempo credo di essermi riscattata.
D: Ancora una domanda riguardante il cinema: quali progetti lavorativi ti attendono quest’anno?
R: Il 25 aprile uscirà in tutti i cinema “Tu mi nascondi qualcosa”, film diretto da Loconsole e che mi vedrà tra i protagonisti assieme a Giuseppe Battiston, Sarah Felberbaum, Rocco Papaleo e altri bravissimi attori. Si tratta di una commedia corale che ruota intorno al tema della verità, vista sotto molteplici punti di vista.
CONCLUSIONE
D: Sulla base della tua personale esperienza, quindi, sono più i pro o più i contro per uno spagnolo che vive in Italia?
R: L’Italia è un paese davvero ricco, di arte, architettura, storia e cultura in generale. Chi viene da fuori, apprezza molto questo incredibile patrimonio, forse ancor di più degli italiani, abituati da sempre a tanta bellezza. A mio parere è un paese in crescita, pronto ad accogliere anche ciò che è diverso: è un’attitudine che non deve essere in alcun modo cancellata.
D: Cosa consiglieresti a uno spagnolo che ha intenzione di trasferirsi in Italia?
Di prendere coraggio e di provarci. Nonostante le difficoltà che si possano incontrare all’inizio di un percorso in un nuovo paese, poi ne vale sempre la pena. L’Italia, ripeto, è un paese che può regalare tantissimo, soprattutto a chi è pronto a ricevere.
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