QUOTIDIANO DEL LAVORO- NEL PROTOCOLLO LE REGOLE PER LAVORARE NONOSTANTE IL CORONAVIRUS
di Carlo Marinelli e Umberto Percivalle
Con il protocollo concordato tra le parti sociali il 14 marzo, sono state individuate le condizioni per coniugare la prosecuzione dell’attività produttiva con la garanzia di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro. Le parti hanno anche concordato il ricorso agli ammortizzatori sociali ove fosse necessaria una riduzione o sospensione dell’attività lavorativa per applicare le necessarie misure di sicurezza. Il protocollo non ha la pretesa di essere esaustivo: eventuali ulteriori misure di sicurezza, anche più incisive secondo la peculiarità della specifica realtà produttiva, potranno essere adottate previa consultazione con Rsa/Rsu e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. In primo luogo, si prevede un generale obbligo di informativa dell’azienda circa le disposizioni impartite (o che saranno impartite) dalle autorità in materia di salute pubblica (in modo da assicurarne una capillare conoscenza). Viene chiarito l’obbligo di dichiarare tempestivamente al datore di lavoro eventuali situazioni di pericolo (sintomi influenzali, provenienza da zone di rischio, contatto con persone positive al virus), nonché l’impegno a comportarsi responsabilmente mantenendo sempre la distanza di sicurezza di un metro e curando l’igiene, in primo luogo delle mani. Per quanto riguarda l’ingresso in azienda, il personale può (nel rispetto della privacy, a cominciare dalla informativa) essere sottoposto a misurazione della temperatura corporea e, qualora superiore a 37,5°, non potrà esserne consentito l’ingresso in azienda. Così come non potrà essere consentito l’accesso a personale o a terzi che si siano trovati in situazioni di rischiocontagio. Sia l’ingresso che l’uscita devono essere organizzate in modalità scaglionata al fine di limitare il più possibile contatti ravvicinati. Anche l’accesso agli spazi comuni (quali spogliatoi, mense) dovrà essere contingentato, con un tempo di sosta ridotto e la previsione di una ventilazione continua dei locali, fermo restando il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno un metro. Sono state regolamentate puntualmente anche le modalità di interscambio con i fornitori esterni, sia per ridurne l’accesso, sia per ridurre al minimo le occasioni di contatto con il personale interno. E’ previsto che le regole aziendali debbano essere fatte valere nei confronti dei visitatori esterni in generale ed in particolare agli appaltatori che debbano operare nell’ambito dell’azienda (e a questo proposito, anche se il protocollo non ne fa menzione specifica, occorrerà coordinare gli interventi di prevenzione con tali fornitori e appaltatori, sia in generale sia, a maggior ragione, ove sia richiesto il Duvri. Nel caso (molto dibattuto da quando è iniziata la crisi sanitaria) in cui una persona presente in azienda sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria come la tosse, il protocollo prevede 3/17/2020 Il Quotidiano del Lavoro – Il Sole 24 Ore https://quotidianolavoro.ilsole24ore.com/stampa.php?uuid=ADCdXmD 2/2 che lo debba dichiarare immediatamente all’ufficio del personale e che si proceda al suo isolamento e a quello degli altri presenti dai locali, avvertendo le autorità sanitarie competenti. Qualora detta persona risulti positiva al Covid-19, l’azienda dovrà collaborare per la definizione degli eventuali “contatti stretti” nonché dovrà procedere alla sanificazione dei locali aziendali secondo le direttive del ministero della Salute (circolare 5443 del 22 febbraio 2020) e potrà chiedere ai “contatti stretti” di lasciare cautelativamente lo stabilimento. Sul tema dei dispositivi di protezione individuale (quali mascherine, guanti, tute, occhiali: tema ormai spinoso, perché scarsi sul mercato) il protocollo dispone che vengano necessariamente usati per lavorazioni che non possano essere organizzate a distanza interpersonale di almeno un metro. Vengono ricordate le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità circa l’utilizzo delle mascherine (dato che l’uso erroneo può di per sé essere fonte di rischio: occorrerà pertanto una adeguata formazione di chi le usi). All’interno dei locali di lavoro, gli spostamenti devono essere limitati al minimo indispensabile così come le riunioni in presenza, possibili solo se necessarie ed urgenti e nell’impossibilità del collegamento a distanza. Si raccomanda di rivedere l’organizzazione del lavoro, anche d’intesa con le Rsa, disponendo la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione oppure procedendo ad una rimodulazione dei livelli produttivi contando sulla possibilità di ricorrere alla cassa integrazione o agli istituti contrattuali di legge (permessi, banca ore) oppure ancora ed in via residuale alle ferie arretrate. Sarà anche possibile riorganizzare i turni di lavoro con l’obiettivo di diminuire al massimo i contatti o di creare gruppi di lavoro autonomi distinti e riconoscibili. L’azienda dovrà assicurare una pulizia giornaliera e una sanificazione periodica sia negli uffici che nei reparti produttivi.
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